Napoli

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« Da quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate… Io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi! » (Johann Wolfgang von Goethe, Italienische Reise)

Tipico de España

 La Paella

Etimologicamente la parola valenciana paella deriva dal latino patella (da cui anche l'italiano padella). In origine il termine indicava una padella larga e poco profonda, solitamente in ferro, munita di due impugnature opposte, che veniva utilizzata nella Comunità Valenciana per cucinare vari piatti a base di riso o di fedelini (una pasta simile a spaghetti).
Alcune di queste preparazioni erano chiamate arròs a la paella (letteralmente "riso in padella"), o semplicemente paella. Col tempo si è affermato l'uso del termine paella per indicare anche la ricetta in cui viene preparata.

La paella è di forma circolare, e si differenzia da altre padelle, oltre che per le due impugnature laterali, per le sue dimensioni. La profondità è di circa cinque-sei centimetri, mentre il diametro varia in base al numero di commensali: indicativamente, per 4 persone si usa una paella da 45 cm, per 10 persone quella da 1 metro. In occasioni particolari, per esempio per sagre paesane o feste di beneficenza, si possono vedere all'opera paelles di dimensioni gigantesche, che superano i 2 metri di diametro.
La paella nacque come piatto umile della cucina popolare della campagna della Comunità Valenciana e delle cambuse dei pescherecci. Veniva preparato in casa, condito con gli ingredienti a disposizione. Alla fine del XIX sec. cominciò ad essere servita nei chioschi delle spiagge di Valencia e Alicante.
La cucina valenciana è rinomata per i piatti a base di riso. Tra le numerose versioni della paella, si possono citare arròs a banda (riso allo zafferano servito con zuppa di pesce e salsa allioli), arròs amb fesols i naps, el arroz y los trozos de anguila (riso con pezzi di anguilla) arròs al forn (riso al forno), arròs amb costra (riso in crosta) e una delle preparazioni tipiche della provincia di Alicante, soprattutto dell'entroterra: l'"arròs amb conill i caragols" (riso con coniglio e lumache). Si tratta di ricette molto antiche; una preparazione simile, l'arròs en cassola al forn, compare già nel Llibre de Coch di Robert De Nola del 1520.

In Spagna la paella è tuttora percepita come specialità regionale valenciana, pur essendo diffuso il suo consumo nelle altre zone del paese. A livello internazionale, la paella è associata indissolubilmente alla cucina spagnola, di cui è una delle preparazioni più note.









Storia delle Fallas 

L'origine della festa delle Fallas si fa risalire all'antica tradizione dei carpentieri della città, che in onore della festa del loro patrono San Josè, bruciavano difronte alle proprie botteghe, nelle strade e piazze pubbliche, il materiale di scarto con gli scarti di legno che utilizzavano per portare le fiaccole che li illuminavano mentre lavoravano nei mesi invernali. Per questo motivo il giorno della crema (momento nel quale bruciano i monumenti falleros) coincide sempre con il giorno 19, Festa di San Josè. Nel secolo XVIII, le fallas si riducevano a incendi di materiali combustibili che ricevono il nome di fallas e bruciavano nella notte di San Josè. Queste fallas si sono traformate y caricate di un carattere critico ed ironico, mostrandosi sopattutto nei monumenti falleros scene che riproducevano fatti sociali censurabili. Intorno al 1870 si attaccò duramente i festeggiamenti popolari come il Carnevale e le Fallas. Questa pressione causò nel 1885 la nascita di un movimento in difesa delle tradizioni tipiche, e la rivista “La Traca” assegnò premi ai migliori monumenti falleros. Questo evento creò la competizione tra i vicini e diede luogo alla nascita delle fallas artistica, dove non scomparve la critica, ma predominava l'intenzione estetica. Nel 1901, proprio il Comune di Valenzia, assegnò i premi comunali alle migliori fallas. Questo è stato l'inizio dell'unione tra il popolo e il potere politico, facendo crescere con passi da gigante questa festa popolare in numero, struttura e organizzazione. Nel 1929, si organizzò il primo concorso pubblicitario per pubblicizzare, appunto, la festa e nel 1932 si instaurò la Settimana Fallera. È stato in questi anni che le fallas si trasformarono nella maggior festa della Comunità Valenziana, arrivando oggi a bruciarsi più di settecento fallas tra grandi e piccole, solo nella città di Valenzia.

Le Fallas oggi
Lo sparo di inizio per vivere le Fallas si ha con la Cridà, dove il sindaco della città di Valencia e le Falleras Mayores, invitano i valenziani a godere delle feste, dall'alto delli Torri di Serranos. Dal giorno 1 al giorno 19 di Marzo, si susseguono: alle due del pomeriggio, in piazza del Ayuntamiento, le Mascletàs, specialità pirotecniche composta da una serie di botti mischiati che esplodono con un determinato ritmo e terminano con una spettacolare e fortissima serie finale. Già a partire dalle 12 di notte del giorno 15 di Marzo, giorno in cui inizia ufficialmente l'esposizione, si possono ammirare tutti i monumenti falleros per le strade dei quartieri. Tra i giorni 17 e 18 di marzo si produce uno degli atti più emozionanti per i falleros: la tradizionale Offerta dei fiori alla Vergine degli Invalidi, dove migliaia di valenciani si riuniscono per offrire fiori alla “Cheperudeta”, nome popolare con il quale si conosce questa Madonna. Durante questi giorni tutte le Commissioni Falleras sfilano con gli abiti tipici e accompagnati da bande di musica fino ad una enorme riproduzione della Vergine che si pone difronte alla Basilica. Le Falleras depositano fiori che andranno formando un colorato mantello per la Vergine, l'ultima a offrire è la Fallera Maggiore di Valenzia. Il giorno 19 di Marzo si produce la Cremà, istante nel quale un monumento fallero si incendia e si trasforma in cenere; è il momento culmine della festa e allo steso tempo più triste perchè segna la fine delle Fallas.



Historia de las Fallas
El origen de la fiesta de las Fallas se remonta a la antigua tradición de los carpinteros de la ciudad, que en vísperas de la fiesta de su patrón San José, quemaban frente a sus talleres, en las calles y plazas públicas, los trastos inservibles junto con los artilugios de madera que empleaban para elevar los candiles que les iluminaban mientras trabajaban en los meses de invierno. Por ese motivo el día de la crema (momento en el que arden los monumentos falleros) siempre coincide con el día 19, Festividad de San José. Sobre 1870 se persiguió duramente los festejos populares como el Carnaval y las Fallas. Esta presión provocó que en 1885 surgiera un movimiento en defensa de las tradiciones típicas, otorgando la revista "La Traca" premios a los mejores monumentos falleros. Este hecho provocó la competición entre los vecinos y dio lugar al nacimiento de la falla artística, donde no desaparecía la crítica, pero predominaba la preocupación estética. En 1901, el propio Ayuntamiento de Valencia, otorgó los primeros premios municipales a las mejores fallas. Este fue el comienzo de la unión entre el pueblo y el poder político, evolucionando con pasos agigantados esta fiesta popular en número, estructura y organización. En 1929, se creó el primer concurso de carteles para hacer promoción a la fiesta y en 1932 se instauró la Semana Fallera. Fue en estos años cuando las fallas se convirtieron en la fiesta mayor de la Comunidad Valenciana, llegando en la actualidad a quemarse más de setecientas fallas entre grandes y pequeñas, sólo en la ciudad de Valencia.
Las Fallas hoy
El pistoletazo de salida para vivir las Fallas se produce con la Cridà, donde la alcaldesa de la ciudad Rita Barberá y las Falleras Mayores de este año, invitan a los valencianos a disfrutar de las Fiestas, desde lo alto de las Torres de Serranos. Desde el día 1 al 19 de marzo, se suceden a las dos de la tarde, en la plaza del Ayuntamiento, las mascletaes, especialidad pirotécnica compuesta de una serie de petardos masclets que van explotando con un determinado ritmo y finalizan con un estruendo espectacular. Y a partir de las doce de la noche del día 15 de marzo, día que comienza oficialmente la plantà, se pueden contemplar todos los monumentos falleros por las calles y barrios. Entre los días 17 y 18 de marzo se produce uno de los actos más emotivos para los falleros: la tradicional Ofrenda de flores a la Virgen de los Desamparados, donde miles de valencianos se unen para ofrecer flores a la "Cheperudeta", nombre popular con el cual se conoce a esta Virgen. Durante estos días todas las Comisiones Falleras desfilan con los trajes típicos y acompañados de bandas de música hacia una reproducción enorme de la Virgen que se sitúa frente a la Basílica. Las falleras depositan flores que irán formando un colorido manto multicolor para la Virgen. La última en realizar la ofrenda será la Fallera Mayor de Valencia. Y el día 19 de marzo se produce la Cremà, instante en el cual un monumento fallero se prende fuego y se convierte en ceniza; es el momento culmen de la fiesta y a la vez el más triste porque marca el final de las Fallas.


1 commento:

  1. cada vez que lo veo, lo encuentro mejor.
    complimenti napolitano

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